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«L’OBIETTIVO E’ MIGRARE»

La difficile situazione a Cuba raccontata da don Simone Zanini, a Verona in queste settimane

 

  1. Don Simone, com’è fare il parroco a Cuba?

Più o meno come in Italia, solo che il contesto non è quello! La mia parrocchia si chiama San Hilarion de Guanajay, ed è nella diocesi di Pinar del Rio. Celebriamo l’eucaristia, ci occupiamo dei sacramenti e dei battesimi in modo particolare, ai quali tengono tantissimo i cubani. Ne abbiamo 15-20 ogni mese, però poi tutto si ferma li, non proseguono con la vita di fede e la frequentazione in parrocchia. Abbiamo il catechismo per ragazzi e giovani, il gruppo liturgico, la formazione degli adulti, un’attività di supporto alimentare con una mensa 3 volte la settimana a persone che hanno delle difficoltà e un’attività ricreativa di supporto per un gruppo di bambini che arrivano da famiglie che vivono condizioni particolarmente critiche.

  1. È una parrocchia grande la tua?

26 mila abitanti, tutti cattolici sulla carta (99% hanno il battesimo per tradizione… e per scaramanzia) ma solo l’1% praticanti.  Tutti i cubani sono molto devoti ai Santi e alla Madonna, in particolare alla Virgen del Cobre, santuario nazionale.

  1. Quali sono le difficoltà oggi del vivere a Cuba?

Cuba vive una gravissima crisi economica, il turismo non si è più ripreso dopo il covid, ed era l’unica fonte significativa di reddito per il paese. La crisi innescata dal COVIC fa ancora sentire le sue conseguenza e la gente fa fatica a procurarsi il cibo e a trovare tutte le medicine. Come chiesa cattolica stiamo facendo la sua parte come tante altre istituzioni.

  1. I giovani verso dove migrano?

Stati Uniti è la meta preferita e poi la Spagna perché è più facile avere il visto. Sono andato a Miami a trovare la diaspora della mia parrocchia, una comunità molto grande, attiva e unita anche nell’aiutare chi è rimasto a San Ilarion. Fanno addirittura la festa patronale. Due anni e mezzo fa quando con don Daniele Soardo sono arrivato in parrocchia, il gruppo dei catechisti era composto anche da 9 giovani, tutti molto bravi e coinvolti. Di questi 9 ne è rimasto solo 1, gli altri sono all’estero. In questa situazione è un po’ difficile organizzare le attività pastorali.

P.A.

 

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