Privacy Policy Cookie Policy


Per visualizzare eventuali video in questa pagina devi accettare prima i cookie di "esperienza".

Se li stai visualizzando significa che hai già accettato i cookie di esperienza che puoi disattivare in qualsiasi momento.
Quindi ricaricando la pagina i video verranno disattivati.

MISSIONE & CAFFE’

Don Bruno Rossi in Thailandia

Don Bruno Rossi è un fidei donum di Padova, che da 25 anni fa il missionario nel nord della Thailandia. E’ stato lui ad iniziare, con don Lorenzo Biasion la missione del Triveneto prendendo il testimone lasciato a Chae Hom, diocesi di Chiang Mai, da p. Sandro Bordignon missionario del Pime.  Oggi l’interesse di don Bruno si è spostato verso l’impresa sociale, abbracciando i  valori della Laudato Si’. «Tutto è iniziato con il caffè che adesso è diventato un brand che commercializziamo», ci racconta don Bruno, passato a Verona per salutare i preti thailandesi ospiti nella parrocchia dei Santi Apostoli da don Ezio Falavegna. «Era il 2012, quindi ancora prima dell’enciclica di papa Francesco, la gente dei monti del nord della Thailandia usava i pesticidi nella produzione del caffè con effetti devastanti prima per la loro salute e poi per l’ambiente inquinando tutto. Come missionario andavo nei villaggi delle montagne con i catechisti e vedevamo questo scempio ambientale e le conseguenti problematiche di salute della gente. Che fare?, ci siamo chiesti». «Con una equipe di esperti del settore abbiamo studiato le problematiche e le possibili soluzioni», continua don Bruno «e abbiamo proposto il passaggio dal fertilizzante chimico a quello naturale. Però i problemi del caffè tra i contadini delle montagne erano anche altri: non riuscivano a venderlo a prezzi equi, il commercio era (ed è ancora) nelle mani di commercianti senza scrupoli che comprano al prezzo che vogliono loro. Quindi, dopo il 2015, abbiamo deciso di formare una impresa sociale, la Laudato Si’, che compra il caffè dai contadini. Nel centro della missione di Chae Hom abbiamo messo in piedi la torrefazione e abbiamo iniziato la commercializzazione. Non è stato facile, ma i risultati poco a poco sono arrivati. La “social interprice” Laudato Si’ l’anno scorso ha movimentato 125 tonnellate di “ciliegie” di caffè, ovvero i frutti che contengono i chicchi, che torrefatti  sono stati trasformati in 20 tonnellate di caffè pronto da confezionare e commercializzare».  «Spediamo in tutta la Thailandia con i corrieri e con l’e commerce: privati, piccoli consumatori, ma anche resort, ospedali», continua don Bruno.  «Con questi volumi di vendita riusciamo a pagare il caffè al contadino 230 bath al kg di caffè verde, che equivalgono a circa 6 euro, il 20% in più di quanto paga il commercio classico. Seguiamo i contadini nella produzione che deve essere totalmente biologica. L’impresa sociale Laudato Si’ fa lavorare 15 persone, e compra caffè da 600 contadini che per tre mesi l’anno lavorano su una coltura che gli da un reddito significativo». «Il caffè è il prodotto ideale per la zona dove siamo noi sulle montagne attorno a  Chiang Mai, tra gli 800 e i 1300 metri. Non ha bisogno di grandi lavorazioni, spesso i contadini lo piantano sotto gli alberi o in zone anche molto impervie. E’ diventata una fonte di reddito anche per le comunità parrocchiali della montagna, sotto l’egida della Laudato Si’.» Don Bruno è un fiume in piena: «E non è finita: la stessa cosa del caffè vogliamo farla con  il cacao, con le nocciole, l’avogado. Con il cacao ci sarebbe la svolta: si coltiva anche in pianura, e si può raccogliere tutto il tempo dell’anno. Mentre con il caffè tutta la rendita si concentra su tre mesi, il tempo della maturazione e della raccolta, il cacao sarebbe per il contadino una rendita costante». «Con la Laudato Si’ abbiamo rotto un  meccanismo: il contadino si indebitava per comprare i fertilizzanti chimici e con la vendita del caffè allo stesso che vendeva i fertilizzanti, ripagava i debiti quando il prezzo della vendita non era inferiore al costo dei fertilizzanti stesso.  Con l’uso di fertilizzanti naturali e con un prezzo di vendita maggiore che garantiamo,  per loro c’è stata la svolta. C’è un grande lavoro di formazione che stiamo facendo: la tradizione (non corretta) era di bruciare le sterpaglie, interi ettari di sottobosco per fertilizzare il terreno. Questo provocava enormi incendi e  e obbligava tutti ad utilizzare la mascherina  per intere settimane a causa dei fumi.  Con i corsi di formazione insegniamo tecniche diverse, senza dover più bruciare». Domandiamo: ma coltivare il caffè è fare evangelizzazione? «Penso proprio di si», sorride don Bruno.  «E’ stare con la gente, è insegnare a dei contadini delle montagne come possono migliorare la propria vita e quella dei propri figli. E’ promozione umana, è sviluppo integrale della persona, l’altra faccia dell’evangelizzazione».

Paolo Annechini

 

 

©2024 CMD VERONA. All Rights Reserved. Centro Missionario Diocesano di Verona
Via Duomo,18/A - 37121 Verona
Tel. 045/8033519 - Fax 045/8031171 - P.iva: 00953700234
+39 0458033519 - cmdverona@cmdverona.it - LUN > VEN 09:00 - 12:30

Designed By PROJEKTA s.a.s. Servizi per la comunicazione

Search